Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove mi sono diplomato in pittura e specializzato in grafica d’arte.
All’Accademia mi sono dedicato alla ricerca e all’insegnamento delle tecniche silografiche e calcografiche.
Ho partecipato a diverse esposizioni in Italia e all’estero.
Negli ultimi anni sono tornato ad una vecchia passione, il tatuaggio tradizionale, quello fatto con l’inchiostro nero, segno un tempo inequivocabile di una vita ai “margini”. La mia prima macchinetta rotativa, con la quale ho tatuato me stesso e gli amici, l’ho costruita a 14 anni utilizzando i pezzi di un vecchio mangiacassette, ma la mia preferenza va alle macchinette a bobine, rumorose e tecniche.
L’amore per la storia dell’arte europea mi spinge a ridisegnare alcuni soggetti, come le stupende cortigiane di Boucher, le ammucchiate religiose di Pontormo, le ermetiche ingenuità delle statuette etrusche.
Quando si desidera fortemente una cosa estranea al proprio corpo, un dipinto, una statua, una donna, si è quasi spinti a ingurgitarla, a divorarla per farla propria; disegnarla, tatuarla, per me equivale a farla mia.